di Renato Natale
Nel lontano 1976 decisi di iscrivermi al PCI. Provenivo da un a famiglia democristiana; alcuni miei parenti rivestivano in quel partito ruoli di prestigio. Considerata la mia posizione familiare sarebbe stato naturale per me scegliere una militanza politica nella DC; ne avrei ricavato potere ed onori. Scelsi invece il Partito dei lavoratori, il Partito della sinistra, e lo feci sulla base della mia formazione cristiana ( sì proprio cristiana) ,che mi aveva insegnato i valori della solidarietà e dell’attenzione verso chi era meno fortunato di me, in una società che guarda al profitto e al mercato come unica legge , e che considera i poveri ed emarginati come un danno collaterale inevitabile e immodificabile ; volevo stare dalla parte dei più deboli, non volevo arrendermi all’idea che il sistema socio politico ed economico occidentale fosse l’unico mondo possibile.
Quel Partito cui avevo aderito per i motivi ideali suddetti, dopo la caduta del muro di Berlino, con lo sfacelo del mondo del Comunismo reale, ha subito una metamorfosi sempre più profonda in un percorso che fino ad oggi ho condiviso, convinto anche io, come molti altri, della necessità di una revisione delle analisi e dei programmi, che tenessero conto delle novità del 3° millennio, ma mai dimenticando l’ obiettivo di fondo della difesa dei diritti e della dignità delle classi più deboli della società.
La nascita del PD ha determinato però una trasformazione troppo radicale di quel partito, spostandolo su posizioni di centro moderato, con una sorte di neo interclassismo di democristiana memoria, che rischia di porre ai margini del dibattito e delle scelte politiche gli interessi di quella parte svantaggiata della nostra società, che rappresenta di certo una minoranza della popolazione , ma non per questo ,ritengo, va dimenticata e lasciata ai margini.
Come ha di recente detto il Presidente Bertinotti, anche io VOGLIO CONTINUARE AD ESSERE DI PARTE, di quella parte che non riesce ad arrivare a fine mese, di quei giovani con lavoro precario, pensionati con 450 euro mensili, ricercatori senza futuro degno della loro preparazione, ecc. ecc. Per questi motivi ho deciso di aderire e votare la SINISTRA L’ARCOBALENO , per continuare a difendere le categorie deboli di questo Paese, e per evitare una definitiva deriva moderata dello stesso PD, con un bipartitismo imperante in un processo di americanizzazione del quadro politico, che, alla fine , renderebbe indistinguibili i due schieramenti in campo.
Ho deciso di non sprecare il mio voto , dando il consenso a partiti simili fra loro, ma di dare un voto utile, utile affinché la voce dei pensionati, dei giovani, delle donne, degli emarginati, ecc. ecc. possa ancora trovare spazio in Parlamento.
Una ultima osservazione sui conflitti di classe. Veltroni ha più volte dichiarato in questi giorni che la lotta di classe è categoria del passato, e che oggi bisogna lavorare per una alleanza dei produttori che veda insieme industriali ed operai. A parte che è un po’ difficile mettere sullo stesso piano chi sullo stesso piano non lo è oggettivamente , ma se vi è o no conflitto , lo si può verificare considerando quanto è successo in queste settimane su un tema caro al nostro Presidente Napolitano, la sicurezza sui luoghi di lavoro; il Governo Prodi ha provato ad emanare norme per una maggiore tutela dei lavoratori e si è trovato immediatamente contro le organizzazioni padronali, che considerano quelle norme (la sicurezza) troppo dispendiose: alla faccia della fine dei conflitti di classe !!!.
domenica 16 marzo 2008
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