sabato 19 gennaio 2008

L'urgenza del percorso, la pazienza della costruzione

Assemblea di costituzione del comitato per la organizzazione degli stati generali de la Sinistra l'Arcobaleno
Caserta 18 gennaio 2008

Dobbiamo aprire subito il percorso costituente de La Sinistra L'Arcobaleno.
Lo facciamo dall'epicentro di una crisi politica e sociale che in Campania ha assunto le dimensioni della tragedia e che ha travalicato rapidamente il Garigliano, investendo la già fragile e critica situazione nazionale.
Di fronte al crollo della credibilità di politica e istituzioni, all'emergere di una vera e propria "tendenza reazionaria", che va oltre le stesse lineee della destra politica; di fronte alla archiviazione delle grandi identità sociali e ideologiche e dei conseguenti vincoli di solidarietà e al materializzarsi diffuso e potente di micro-identità familistiche, localistiche, di ceto; di fronte alla prospettiva di soluzioni neo-autoritarie, tecnocratiche, a-democratiche, non possiamo restare sgomenti e immobili, e neanche far finta che non ci riguardi; o pensare di poter affrontare la dimensione tragica di questa fase senza superare, o almeno provare a superare, i nostri limiti più grandi, la distanza dalla nostra gente e la divisione che ci rende piccoli, inefficaci, a volte inutili.

Non possiamo che provare a riannodare la trama, oggi lacerata, dei rapporti dentro la società e a costruire, così, in mare aperto, un soggetto delle sinistre, che abbia, almeno potenzialmente, una massa critica sufficiente ad innescare un processo di reazione positiva, che riesca a fare con efficacia ciò che la sinistra è riuscita solo a dire in questi anni. Un soggetto unitario, che, cioé, faccia prevalere le ragioni dello stare insieme per la trasformazione della società, e, però, plurale, che non pretenda di soffocare dentro strutture inadeguate al livello della sfida attuale, la ricchezza di diverse linee di ricerca e di diverse identità.

E' un tentativo assolutamente necessario.

Lo articoleremo, questo percorso, già a partire dal mese di febbraio in alcune assemblee territoriali e tematiche e infine il 21 ed il 22 marzo nella Riunione degli Stati Generali della Sinistra Arcobaleno, facendo coincedere, simbolicamente, l'evento con l'inizio della primavera, Ad Aversa e nell'Agro Aversano, sul Litorale Domitio, a Caserta, nell'area di Marcianise, a Maddaloni e in Valle di Suessola, nel Capuano e nell'Agro Caleno, nell'Alto Casertano e nel Matese, su lavoro, formazione, crisi industriale, agricoltura, ambiente, rifiuti, sanità, trasporti, servizi pubblici, scuola, università: un percorso in cui dobbiamo immergerci tra i cittadini e sentirne le ragioni, anche le più scomode, e provare a tradurle in azione, iniziativa, proposta: il distacco, d'altra parte, non si cura se non riducendolo e non ci sono ricette magiche o indolori.

Dunque comincia questo lavoro e questa impresa. Il comitato per l'organizzazione degli stati generali della sinistra arcobaleno incontrerà tutti i gruppi di compagne e compagni che nei prossimi giorni vorranno adoperarsi per contribuire a questo percorso. Ci sarà bisogno di tempo, energia, risorse, generosità. Si chiede uno sforzo straordinario a tutti i nostri attivisti e a tutti quelli che non vogliono arrendersi alla situazione.

E già il 26 gennaio terremo un primo momento di questo percorso. Una assemblea pubblica per discutere delle proposte della sinistra arcobaleno nel consiglio provinciale del 30 gennaio. L'assemblea del 26 segnerà un passaggio fondamentale, anche sul piano strettamente politico e non solo per Caserta. Avverrà a ridosso di una settimana in cui i destini del progetto politico della Unione fanno i conti con i nodi intricati del percorso propriamente politico, della complessa fase storica, della incapacità ad aggredire il cuore della crisi sociale. E' una assemblea per la quale va fatto ogni sforzo per garantire autorevoli presenze ed una grande partecipazione. D'altra parte, e al di là degli avvenimenti di questa settimana, il tema dell'emergenza rifiuti in Campania allude più in generale al crollo di una illusione, consumatasi negli anni, ma in questi giorni arrivata all'epilogo.

Era infatti illusoria l'idea di un compromesso che sul terreno dei rifiuti, come su quello della gestione della sanità, dei trasporti, e, più in generale, dei servizi pubblici o, ancora, sulla gestione del territorio e dello sviluppo economico, lasciasse mano libera alla grande impresa industriale avendone in cambio risposte coerenti con le indicazioni politiche. Era un tentativo ardito: c'era dentro l'idea di un compromesso sociale dinamico tra le nuove e vecchie classi dirigenti legate in un modo o nell'altro all'industria, con l'obbiettivo di contrastare, con il prolungamento di un patto tra i produttori, il crescente dominio dell'impresa finanziaria. La stessa sinistra è stata dentro questo processo, ha provato generosamente a spostare in avanti i rapporti di forza, a rappresentare i movimenti, a difendere le caratteristiche progressive di questo tentativo: e, però, mancavano le condizioni sociali perché questo equilibrio reggesse. E mentre la politica si ritirava nel guscio asfittico del gioco puramente istituzionale e della gestione clientelare della pubblica amministrazione, l'impresa industriale, sempre meno orientata alla produzione e sempre più legata alla rendita finanziaria e terziaria, faceva invece il suo mestiere e continua a farlo con grande successo. La stessa crisi d'immagine della Campania può essere cinicamente una grande opportunità per completare l'opera avviata: distrutta l'agricoltura ed il turismo, sotterrata l'industria, la Campania sarà destinata a piattaforma unicamente logistica e della grande distribuzione commerciale, che era, poi, il progetto della frazione egemone delle classi dominanti. Ed è il progetto più congeniale alla strutturazione del capitale campano, nella sua articolazione legale ed anche illegale: la camorra è infatti oggi più “capitale” criminale che “attività” criminale, e la valorizzazione segue percorsi complessi che possono misurarsi anche con la velocità con cui si ingigantiscono gli snodi logistici e commerciali di questa regione. Insomma di fronte a noi non c'è semplicemente il fallimento di una ipotesi di gestione del piano dei rifiuti: c'è il crollo di una idea di "politica debole" che affida all'impresa il compito non solo di produrre ricchezza ma anche di realizzare il bene comune, di governare il territorio, di contrastare o convivere con la economia extralegale.

Un fallimento e un crollo dal lato, naturalmente, del bene comune; un grande successo, invece, per la parte che beneficia di un ritmo elevatissimo di accumulazione di ricchezze. Due lati di una stessa medaglia che, e non è un caso, sono entrambe espressioni coerenti della "modernità" della Campania, frontiera avanzata della globalizzazione, ponte del Mediterraneo, imbuto e incrocio dei mercati e delle merci dell'intero pianeta. Le balle di rifiuti, prodotte di fatto solo per aumentare le ragioni di credito di Fibe rispetto al sistema finanziario e utilizzate come proprietà immobiliari da mettere a garanzia, disseminate in tutto il territorio a saturare qualsiasi disponibilità di area utile allo smaltimento, sono lì a testimoniare la coerenza spietata della logica del profitto e l'antagonismo di questa con il bene comune.

Anche per questo le polemiche di questi giorni contro la sinistra e gli ecologisti accusati di aver contestato questo piano dei rifiuti e la scelta dei termovalorizzatori, hanno il sapore di una arroganza disperata, e segnano anche il limite di un percorso. Non c'è solo il fatto che proprio la situazione campana - con gli oltre 7 milioni di eco-balle che nessun termovalorizzatore potrà bruciare (almeno non per produrre energia e incassare gli incentivi CIP6) - dimostra che, anche se l'impianto di Acerra fosse stato in funzione, sarebbe cambiato ben poco; c'è anche, in questa difesa della nave che affonda, l'impossibilità per questo gruppo dirigente, espressione di quell'illusorio compromesso sociale, di andare oltre i propri limiti.

Ma non c'è niente da festeggiare: l'alternativa che, nel centro-destra, così come nel centro-sinistra, si prepara non è un ritorno alla politica forte e un grande intervento di bonifica integrale e di rilancio dell'agricoltura, dell'industria collegata e del turismo. Al contrario. si prepara in grande stile il completamento del lavoro avviato e un nuovo compromesso in cui impresa finanziaria e ceti tecnocratici cogestiranno, marginalizzando la politica e la democrazia, costruendo attorno alla soluzione neo-autoritaria il più vasto consenso di massa possibile. Su questa frontiera è dunque necessario schierare subito le forze, per un'azione di resistenza della civiltà contro la sua definitiva distruzione.

Una resistenza che va cominciata subito, a partire dalla questione dei rifiuti, a partire da quello che si può fare qui e adesso. La Sinistra L'Arcobaleno ribadisce con forza quanto già chiesto da Verdi, PRC, PdCI e SD al Presidente De Franciscis, e cioè l'istituzione di una task force provinciale che, pur mantenendo il giudizio assolutamente critico, collabori con le strutture del Commissariato nell'emergenza per liberare immediatamente le strade dai rifiuti e per preparare il passaggio dei poteri alla Provincia e ai Comuni, accompagnando da subito i Comuni nella raccolta differenziata, predisponendo il piano provinciale degli impianti dedicati. La Provincia deve mettere in campo, rispetto a questa priorità assoluta, le migliori professionalità che ci sono al suo interno ed una direzione politica "forte". Oggi siamo su questa trincea: c'è un lavoro immane da fare e se non si parte subito c'è il rischio che l'intera politica, anche oltre il Garigliano, resti sommersa definitivamente dai rifiuti e si rafforzi la tenenza reazionaria e neo-autoritaria. Non è dunque tempo di inutili polemiche o di discussioni filosofiche sui termovalorizzatori. Ciascuno deve fare quanto di sua competenza in raccordo e collaborazione istituzionale con tutti gli altri soggetti impegnati.

Lo stesso Consiglio provinciale del 30 gennaio potrebbe essere il momento ideale per approvare le linee guida per uscire da questo incubo e chiedere con forza il ritorno ai poteri ordinari anche delle bonifiche e del ciclo integrato delle acque che sono speculari rispetto alla stessa problematica dei rifiuti. La Sinistra arcobaleno aspetta un segnale forte e chiaro su questo ed pronta a lavorare con determinazione alla soluzione definitiva di questo problema.

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